Giovedì prossimo parte il corso di judo RISERVATO alle categorie femminili.
Un corso appositamente studiato per le donne, calibrato sulle attitudini, capacità ed esigenze dell’universo femminile. Il judo si può apprendere attraverso molteplici strumenti :
- Educazione fisica
- Studio della tecnica
- Sessioni di Randori
- Studio dei Kata
- Storia e Filosofia del judo
- Elementi di difesa personale
Il corso “Keiko Fukuda” (in omaggio alla omonima judoka che ha dedicato la propria vita all’insegnamento del judo in corsi femminili, ultima allieva di Jikoro Kano -fondatore del judo- nipote di uno dei Maestri dello stesso Kano ed unica donna al mondo insignita del 10°Dan di judo) si propone di offrire l’apprendimento di questa meravigliosa disciplina attraverso una pluralità di percorsi.
- L’educazione fisica: un po’ di sano movimento per tenersi in esercizio e sentirsi in forma;
- Lo studio della tecnica: imprescindibile per apprendere le modalità di attacco e di difesa, il contatto con l’avversario, la padronanza del proprio equilibrio, il miglior impiego possibile delle proprie risorse, e lo sfruttamento -a proprio vantaggio- dell’energia dell’avversario.
- Randori: un momento di pratica libera per sperimentare l’efficacia della tecnica appresa; lotta in piedi ed al suolo: come neutralizzare un attacco o immobilizzare un avversario, sfruttando ciascuno le proprie caratteristiche fisiche.
- Kata: l’apprendimento dei modelli della tecnica e dei principi propri del judo attraverso la ripetizione di un gesto efficace, ma anche estetico.
- Storia e Filosofia del judo: quattro chiacchiere (tra donne…) per conoscere le origini del judo, il suo sviluppo come Arte Marziale, Sport olimpico, ma anche quale Stile di vita improntato a migliorare se stessi per migliorare la società in cui viviamo.
- Elementi di difesa personale: la forma più antica e radicale di judo, finalizzata a difendersi e a neutralizzare le aggressioni di un tempo, efficace anche ai nostri giorni.Insegnante: Stefania Martino
“Be strong, be gentle, be beautiful…” (K. Fukuda)